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La Musica ai tempi del corona, Valentina Fin

La Musica ai tempi del corona, Valentina Fin

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Giunti al 12° giorno di “domiciliazione forzata”, prosegue  la rubrica “La Musica ai tempi del corona”. Un appuntamento per descrivere le emozioni, la quotidianità e le abitudini che un artista italiano è costretto a vivere in questi giorni di riposo obbligatorio. Ospite della giornata è Valentina Fin, leader del trio che porta il suo nome, Valentina è laureata in Conservazione e Gestione dei Beni Culturali presso l’Università degli studi di Trento e ha conseguito un Master in Management delle arti e dello spettacolo.

Valentina, siamo ormai alla seconda settimana di quarantena forzata. Come stai vivendo questo periodo? Cosa ti manca delle tue abitudini?

“Mi sono innamorato di te perchè non avevo niente da fare”, così recita la prima frase del pezzo che sto studiando in questi giorni di Luigi Tenco. Come tutti rimango a casa. Esco solo per necessità e cerco di seguire regole pensando al bene della comunità in cui vivo. E si, d’un tratto non ho niente da fare. Mi sento abbastanza stranita e alienata. Sono sempre una stata una persona molto attiva e sempre alla ricerca di opportunità e attività da fare durante le mie giornate. E ora, d’un tratto, tutto si ferma in un momento, per me, particolarmente doloroso a causa della recente perdita di una persona molto speciale. E proprio in questo momento di isolamento inizi a dare un valore alle piccole cose che ora mancano. Mi manca molto il centro della mia città, Vicenza. Mi manca passeggiare sola in mezzo alla gente. Mi mancano i miei amici e i miei familiari che non posso vedere perchè abitano in un altro comune. Mi mancano i concerti, non solo i miei, non solo suonare con i miei colleghi, ma mi manca il movimento, il fermento culturale in senso più ampio. Cerco però di sfruttare comunque al meglio possibile questo tempo di estrema solitudine e alienazione e di innamorarmi ogni giorno di qualcosa, proprio perché non ho niente da fare.

Tutto questo tempo a disposizione ci sta dando molte possibilità nell’approfondire le nostre passioni. Come passi la tua giornata in questo periodo?

Cerco di creare una specie di routine per quanto possibile. Colgo questa occasione per studiare certamente di più, cosa per la quale a volte tra scuole, lavori, impegni è difficile ricavare lo spazio che merita. Sto riprendendo in mano il pianoforte anche con degli studi classici di Czerny e mi sembra di essere tornata un po’ bambina. Ogni giorno ne studio uno e poi proseguo con i miei esercizi quotidiani di canto. Cerco di approfondire anche alcuni autori, soprattutto italiani, come Modugno e per l’appunto Tenco. Cerco di fare il più possibile tutte le cose che nella frenesia di tutti i giorni metto in secondo piano come leggere molto, fare pilates, ascoltare la radio. Provo, cioè, a rendere il più naturale possibile questa situazione invece del tutto innaturale rispetto a quella che è la mia natura. Imparo a godere di questo isolamento.

 

Stai suonando un brano in particolare? Cos’ha di particolare che ti ha spinto ad approfondirlo?

Sto suonando in questi giorni “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco. Un po’ perchè qualche settimana fa avevo comprato un triplo vinile con le sue canzoni e un po’ perchè mi ricorda una persona romantica e tenebrosa proprio come Tenco e che è nei miei pensieri. Per altro scopro che proprio oggi, 21 marzo, nel 1938 nasceva Luigi Tenco. Questa, come quasi tutte le sue opere, è una poesia e questo video è un invito a tutti i miei colleghi a fare musica, poesia, arte, cinema e a continuare a farlo anche in questo periodo che dà a noi lavoratori dello spettacolo immense limitazioni. Cerchiamo per quanto possibile di non aspettare in disparte, facciamo sentire la nostra voce insieme proprio ora che non abbiamo niente da fare.

 

 

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